Roma, arrestato cittadino tagico aderente dello "Stato Islamico dell'Iraq", sarà estradato in Tagikistan
L'uomo rischia una pena massima di 12 anni di reclusione essendosi unito nel 2014 alle fila dell'organizzazione terroristica “stato islamico”, sul territorio della Siria, dove ha preso parte alle ostilità contro le forze governative.
(AGR) A seguito di specifici approfondimenti investigativi effettuati da personale della Polizia di Stato della DIGOS di Roma, il GIP del Tribunale di Roma, su richiesta della locale Procura della Repubblica, nella giornata di ieri, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare in carcere a carico del cittadino tagico di 32 anni, membro attivo di un network europeo riconducibile all’organizzazione terroristica convenzionalmente denominata “Stato Islamico dell'Iraq e del Levante - Provincia di Khorasan (ISIL-KP o ISKP)”, per concorso nel riciclaggio di autovetture e possesso e fabbricazione di documenti di identificazione falsi valido per l'espatrio.
Lo straniero è attualmente ristretto presso la Casa Circondariale di Terni, in attesa di estradizione per il Tagikistan, a seguito dell’esecuzione del mandato di arresto internazionale, emesso il 16.04.2018 dal Giudice di Rudaki per il reato di “attività di mercenariato”, previsto dall’art. 401 del Codice Penale tagiko e punito con la pena massima di 12 anni di reclusione, essendosi unito nel 2014 alle fila dell'organizzazione terroristica “stato islamico”, sul territorio della Siria, dove ha preso parte alle ostilità contro le forze governative.
All’interno del dispositivo sono stati rinvenuti complessivamente n. 19400 file relativi ad immagini di veicoli, raccolti nella categoria denominata “Key Evidence – Vehicles” – alcuni dei quali associabili a specifiche chat, dato che è obiettivamente indicativo del volume degli affari illeciti gestiti dall’indagato e dagli altri soggetti.Sono stati individuati n. 17 veicoli, tutti segnalati nella banca dati interforze, in Italia e all’estero, per furto o appropriazione indebita, dei quali sono state ricostruite le singole vicende relative alla loro esportazione illecita nei paesi dell’est Europa.
Allo stesso è stata inoltre contestata l’ipotesi delittuosa prevista e punita dall’art. 497-bis C.p. per aver fatto uso, per viaggiare in Italia e all’estero, di un passaporto rilasciato dalle Autorità ucraine, con false generalità, nonostante la sua identità sia stata accertata tramite le Autorità del Tagikistan.
Si rappresenta che quanto sopra attiene alla fase delle indagini preliminari e, pertanto, il soggetto sottoposto alla misura cautelare restrittiva è da considerare non colpevole sino alla sentenza definitiva.
Quanto sopra, si comunica, nel rispetto dell’ indagato da ritenersi presunto innocente, in considerazione dell'attuale fase del procedimento, ovvero quella delle indagini preliminari, fino a un definitivo accertamento di colpevolezza con sentenza irrevocabile e al fine di salvaguardare il diritto di cronaca costituzionalmente garantito.