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Ostia, stabilimenti in ginocchio, il dramma della Nuova Pineta-Pinetina

Franco Petrini, concessionario degli storici stabilimenti sul lungomare Lutazio Catulo fa la conta dei danni: io e la mia famiglia non abbiamo più un'attività imprenditoriale, cancellata dal mare, qualsiasi attività, in questa situazione è antieconomica.

printDi :: 08 dicembre 2020 20:05
danni stabilimento

danni stabilimento

(AGR) “Ieri sera quando ho sentito le prime raffiche di vento, ho avuto paura che succedesse…., sapevo che la nostra spiaggia e le strutture sovrastanti erano senza difese, temevamo il libeccio e quando è arrivato ha colpito duro. – A raccontare una lunga notte sul fronte del lungomare è Franco Petrini, concessionario con la sua famiglia degli stabilimenti “Nuova Pineta” e “Pinetina” – E’ successo quanto temevamo, ad Ostia il libeccio ha sempre fatto danni, figuriamoci in questo tratto di lungomare dove l’erosione ha praticamente azzerato qualsiasi difesa, anche una sottile striscia di sabbia”.

Franco Petrini guarda i gravi danni alle strutture dello stabilimento e scuote la testa. “Qui c’erano tre-quattro anni fa circa 500 cabine, nei week end, duemila lettini, 1500 ombrelloni, due boutique e quattro ristoranti. Adesso non è rimasto quasi più niente. Assediati dal mare sono rimasti solo: “Ostrica pazza” e “Mamma Flò”, due ristoranti che sono il fiore all’occhiello, nonostante tutto, di Ostia, ma quanto potranno resistere? La situazione è sempre più difficile, magari alla prossima mareggiata non saranno più agibili. In pratica io e la mia famiglia non abbiamo più un’attività imprenditoriale, cancellata dal mare, fare balneazione e qualsiasi altra attività, in questa situazione è antieconomica, non ha senso tenere in piedi la baracca”. Petrini è disperato, due degli stabilimenti storici del lungomare di Ostia sono stati sacrificati alla “ragion di Stato”.

 
“La regione doveva iniziare l’intervento di ripascimento nel maggio scorso. – ricorda – Era tutto pronto, poi alla vigilia dell’inizio dei lavori è arrivata una petizione con le firme di alcuni miei “colleghi” balneari che esprimevano dubbi e perplessità per l’intervento programmato dalla Regione. Una scogliera di protezione avrebbe spostato l’erosione più a levante, minacciando altri stabilimenti. In realtà – spiega Petrini – si trattava di una barriera di scogli pensata come “somma urgenza” e che poi avrebbe dovuto essere inglobata in un piano più ampio di protezione e sistemazione di tutta la costa del litorale romano, da Ostia fino a Civitavecchia. Invece tutto fermo, La Regione ha fatto marcia indietro e ha di fatto condannato le nostre imprese alla demolizione. Speravo tanto che non accadesse, ma le libecciate sono abituali su questo tratto di mare, doveva accadere, prima o dopo”.

Franco Petrini non molla, anzi la famiglia Petrini non molla. “I danni ancora non li abbiamo quantificati ma sono ingenti. Siamo solo all’inizio dell’inverno e quanto accaduto in queste ore potrebbe accadere di nuovo. E, nonostante questo, nonostante la situazione in cui ci troviamo adesso a lavorare, ancora continuano a chiederci per il canone demaniale 200 mila euro per Nuova Pineta e Pinetina, una cifra che aveva un senso alcuni anni fa, ma oggi la spiaggia è ridotta a meno di un terzo e le strutture sono inutilizzabili”.

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