Ostia, stabilimenti in ginocchio, il dramma della Nuova Pineta-Pinetina
Franco Petrini, concessionario degli storici stabilimenti sul lungomare Lutazio Catulo fa la conta dei danni: io e la mia famiglia non abbiamo più un'attività imprenditoriale, cancellata dal mare, qualsiasi attività, in questa situazione è antieconomica.


danni stabilimento
(AGR) “Ieri sera quando ho sentito le prime raffiche di vento, ho avuto paura che succedesse…., sapevo che la nostra spiaggia e le strutture sovrastanti erano senza difese, temevamo il libeccio e quando è arrivato ha colpito duro. – A raccontare una lunga notte sul fronte del lungomare è Franco Petrini, concessionario con la sua famiglia degli stabilimenti “Nuova Pineta” e “Pinetina” – E’ successo quanto temevamo, ad Ostia il libeccio ha sempre fatto danni, figuriamoci in questo tratto di lungomare dove l’erosione ha praticamente azzerato qualsiasi difesa, anche una sottile striscia di sabbia”.
Franco Petrini guarda i gravi danni alle strutture dello stabilimento e scuote la testa. “Qui c’erano tre-quattro anni fa circa 500 cabine, nei week end, duemila lettini, 1500 ombrelloni, due boutique e quattro ristoranti. Adesso non è rimasto quasi più niente. Assediati dal mare sono rimasti solo: “Ostrica pazza” e “Mamma Flò”, due ristoranti che sono il fiore all’occhiello, nonostante tutto, di Ostia, ma quanto potranno resistere? La situazione è sempre più difficile, magari alla prossima mareggiata non saranno più agibili. In pratica io e la mia famiglia non abbiamo più un’attività imprenditoriale, cancellata dal mare, fare balneazione e qualsiasi altra attività, in questa situazione è antieconomica, non ha senso tenere in piedi la baracca”. Petrini è disperato, due degli stabilimenti storici del lungomare di Ostia sono stati sacrificati alla “ragion di Stato”.
Franco Petrini non molla, anzi la famiglia Petrini non molla. “I danni ancora non li abbiamo quantificati ma sono ingenti. Siamo solo all’inizio dell’inverno e quanto accaduto in queste ore potrebbe accadere di nuovo. E, nonostante questo, nonostante la situazione in cui ci troviamo adesso a lavorare, ancora continuano a chiederci per il canone demaniale 200 mila euro per Nuova Pineta e Pinetina, una cifra che aveva un senso alcuni anni fa, ma oggi la spiaggia è ridotta a meno di un terzo e le strutture sono inutilizzabili”.