Legambiente, Roma città tra le peggiori in Europa per le ferrovie urbane
Amedeo Trolese: Tram e metro, il raddoppio e la rigenerazione delle ferrovie urbane sono tutti progetti fermi da decenni e a causa di questi terribili ritardi, aumenta il gap infrastrutturale nei confronti delle altre capitali europee dove invece si promuove mobilità pubblica collettiva e su ferro.
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(AGR) La Capitale porta a casa un triste primato, è tra le città europee peggiori in termini di dotazioni di binari e metro, e a livello nazionale risulta essere il comune più colpito dal 2010 al 2023 dagli eventi meteorologici estremi che hanno causato danni proprio alle infrastrutture di trasporto pubblico o interruzioni al servizio. A fare il punto, con dati e analisi, è il report “Pendolaria - Speciale aree urbane” di Legambiente diffuso oggi nell’ambito della campagna Clean Cities e che mette in luce i ritardi dell’Italia, i nodi irrisolti di Roma, ma anche gli impatti che gli eventi meteo estremi stanno avendo sulle infrastrutture del trasporto pubblico.
“A Roma l’anello ferroviario, le stazioni strategiche come quella di Pigneto, i nuovi tram e metro, il raddoppio di tratte ferroviarie, la rigenerazione delle ferrovie urbane sono tutti progetti che aspettano da decenni di vedere la luce - dichiara Amedeo Trolese responsabile mobilità di Legambiente Lazio - e a causa di questi terribili ritardi, aumenta ulteriormente il gap infrastrutturale nei confronti delle altre capitali europee dove invece si continua a generare mobilità pubblica collettiva e su ferro. Non sarà neanche l’anno giubilare a portare novità ma sarà determinante concretizzare i progetti che oggi ci sono, vedendo attivati ovunque i cantieri della transizione ecologica nella mobilità sostenibile, dopo anni e anni durante i quali si sono visti solo rendering
“La Capitale d’Italia – commenta Roberto Scacchi, responsabile mobilità di Legambiente e presidente di Legambiente Lazio – è tra le peggiori in Europa per dotazione di binari di metro e tranvie, le opere oggi finanziate non basteranno certo a colmare il divario con le altre città. Bisogna invece accelerare vertiginosamente e rigorosamente con tutti i progetti mancanti, quei cantieri della transizione ecologica con i quali dare l'impulso per un gran salto di qualità nella mobilità romana: ogni chilometro di nuovi tracciati per le metro, la chiusura dell'anello ferroviario e ogni tram, a partire da quello che dalla stazione Termini raggiungerà San Pietro cambiando in meglio il cuore di Roma”.
I RITARDI DI ROMA: Molti i progetti in stallo su cui Legambiente riporta l’attenzione: la chiusura dell’Anello Ferroviario romano, sul quale dapprima ci sono state le coperture finanziarie dei fondi del PNRR, poi tagliate con la revisione della scorsa estate, 175 milioni di euro in meno sui 262 che erano disponibili inizialmente. Rimane ora un progetto pronto da 30 anni, passato al vaglio dei cittadini ma che scompare dall’orizzonte. Il ‘nodo Pigneto’ che prevede la realizzazione di una nuova stazione di interscambio tra ferrovie regionali e metro C nel quadrante est. Ad oggi sono andati deserti 3 bandi di gara, la costruzione non è mai iniziata e si viaggia con un ritardo di almeno 6 anni. Sulla questione stazioni sono previsti anche “Piani di assetto” di Tiburtina, Tuscolana, Trastevere e Ostiense, di cui però non si ha nessun aggiornamento. Il quadruplicamento della Ciampino-Capannelle, anch’esso finito nei tagli della revisione del PNRR insieme al raddoppio Cesano-Vigna di Valle sulla FL3, mentre il raddoppio della FL2 fino a Guidonia ancora non vede una conclusione. In previsione del Giubileo del 2025, tra le nuove linee tranviarie finanziate all’interno del PNRR, vi sono quella lungo Viale Palmiro Togliatti e la TVA (Termini-Vaticano-Aurelio), quest’ultima, rimandata al 2026 perché non sarebbe stata inaugurata in tempo per il Giubileo e i cantieri aperti avrebbero peggiorato la viabilità di aree cruciali agli eventi del 2025, è protagonista di incomprensibili polemiche che vanno avanti da mesi e che mirano a uno stop dell’opera per motivi surreali, ossia il presunto impatto visivo e acustico su Via Nazionale. Una menzione particolare merita la ferrovia Termini-Giardinetti che dall’estate 2015 vede appeso al capolinea di Giardinetti un avviso che notifica la chiusura della tratta Centocelle-Giardinetti. Sono passati quasi 9 anni e nulla è cambiato, lasciando inutilizzati 3 km di binari in un quadrante a dir poco problematico per ingorghi e scarsità di servizi pubblici.