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Fonte Nuova, notificata in carcere l'ordinanza di arresto al mandante del sequestro di persona del 2018

Per il sequestro sono stati già arrestati nel 2020 tre uomini. Le indagini dei Carabinieri sarebbero però risalite anche al 39enne che in quel lontano 2018 avrebbe promosso la spedizione punitiva, concorrendo al sequestro; una persona che nessuno aveva avuto il coraggio di denunciare

printDi :: 10 maggio 2024 13:16
Carabinieri Monterotondo

Carabinieri Monterotondo

(AGR) Su delega della DDA della Procura della Repubblica di Roma, i Carabinieri della Compagnia di Monterotondo hanno notificato un’ordinanza, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, che dispone la custodia cautelare in carcere, ad un 39enne romano, già ristretto per altra causa, gravemente indiziato di sequestro di persona a scopo di estorsione.

I fatti risalgono al 2018, quando un uomo, oggi 46enne, tentò di truffare tre uomini di Fonte Nuova, all’epoca dei fatti di età compresa fra i 23 e 37 anni, che decisero di vendicarsi dell’affronto subito e lo sequestrarono dopo averlo picchiato con violenza e derubato del cellulare e dell’auto, chiedendo come prezzo della liberazione 20.000 euro. E così, i tre, al termine di un primo filone di indagine, nel gennaio 2020 furono arrestati per i gravi indizi di colpevolezza raccolti a loro carico, per sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni personali gravi e rapina.

 
Le successive indagini dei Carabinieri della Compagnia di Monterotondo, diretti dalla DDA di Roma hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza in ordine al fatto che dietro la violenta reazione c’era la mano di qualcun altro: il 39enne odierno indagato, sottoposto a molteplici procedimenti penali, nonché destinatario di misura cautelare per ipotesi di reato associativa nel mondo degli stupefacenti, con ruolo di vertice, dimostrativo della sua particolare capacità criminale e del “rispetto” di cui gode nel territorio di Fonte Nuova; gli uomini che avevano subito il tentativo di truffa erano persone a lui molto vicine e dunque aveva visto ciò come un grave affronto per cui il 46enne doveva pagarla, in modo che tutti potessero averlo a monito. E così le indagini hanno potuto raccogliere gravi elementi indiziari a carico del 39enne, che in quel lontano 2018 aveva avallato la spedizione punitiva, concorrendo nell’attività delittuosa; una persona che nessuno aveva avuto il coraggio di denunciare, per timore delle ripercussioni che avrebbe potuto mettere in atto, ma per il quale è scattata comunque l’ordinanza di custodia cautelare in carcere.

Si precisa che il procedimento versa nella fase delle indagini preliminari per cui l’indagato deve considerarsi innocente fino ad eventuale accertamento della colpevolezza con sentenza definitiva.

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