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"A Rebibbia, scendiamo in campo per la pace", III edizione torneo calcetto

A scendere in campo, con la maglia di un unico colore, quello della solidarietà, la squadra delle detenute di Atletico Diritti (capitanate da Alessia Giuliani), i ragazzi della Nazionale di calcio italiana Sacerdoti di Moreno Buccianti, e la squadra degli educatori dell’istituto penitenziario.

printDi :: 24 settembre 2024 16:07
A Rebibbia scenbdiamo in campo per la pace il calcio d'inizio di Giuseppe Fiorello ph credit Daniela Di Domenico

A Rebibbia scenbdiamo in campo per la pace il calcio d'inizio di Giuseppe Fiorello ph credit Daniela Di Domenico

(AGR) Si è svolto ieri mattina, 23 settembre, in un campo da calcio “speciale” - quello del carcere femminile di Rebibbia (RM) -, il 3° torneo di calcetto intitolato: “A Rebibbia, Scendiamo in calcio per la pace”.

Promotrice dell’iniziativa è l’associazione Prison Fellowship Italia onlus (dal 2009 impegnata attivamente all’interno del mondo carcerario), in collaborazione con numerose associazioni che, in diverse forme, hanno contribuito alla realizzazione dell’evento. Tra queste: Sport&Smile, Manalive, SS Lazio, la Nazionale italiana Sacerdoti, AS Tifosi Roma.

 
A scendere in campo, con la maglia di un unico colore, quello della solidarietà, la squadra delle detenute di Atletico Diritti (capitanate da Alessia Giuliani), i ragazzi della Nazionale di calcio italiana Sacerdoti di Moreno Buccianti, e la squadra degli educatori dell’istituto penitenziario. Con loro, in campo, anche Vincent Candela, ex calciatore della Roma e ambasciatore della neo nata associazione AS Tifosi della Roma; Fabio Petruzzi, ex difensore della Roma e della Nazionale Italiana, e Gioia Masia, che in campo ha indossato per anni la maglietta giallo rossa e quella azzurra della nostra Nazionale. Candela ha sottolineato l’importanza dello sport e il suo forte potenziale educativo e aggregativo. Anche Petruzzi, dopo aver rivolto un saluto ai partecipanti, ha spiegato come lo sport, nel carcere come nella vita, insegna il grande valore del fallimento e dell’errore per cercare sempre di migliorarsi.

Tutti, insieme, hanno varcato la soglia di Rebibbia con la certezza che una partita di calcio in un carcere non determinerà un “cessate-il-fuoco” immediato, ma che ognuno può contribuire ad abbattere un muro: quello della discriminazione, dell’indifferenza, del pregiudizio, dell’odio, cause spesso di divisione.

Anche quest’anno dunque, per il 3° anno consecutivo, artisti del mondo dello spettacolo, sportivi e rappresentanti di varie associazioni no profit si sono dati appuntamento sul campo da calcio di Rebibbia, perché lo sport parla una sola lingua, non fa differenze di colori, razza o religione. Ospite attesissimo, Giuseppe Fiorello, uno degli attori più amati e apprezzati nel nostro Paese. “Mi è capitato altre volte - ha detto l’attore e regista - di girare un film o ricevere l’invito a visitare istituti di detenzione ed ogni volta mi scatta dentro un sentimento di timore, sento come una lieve paura di disturbare ed invadere le vite fragili delle persone che sono costrette ad abitare quel posto ma, prevale in me sempre il senso della partecipazione che mi incoraggia e mi sostiene ed oggi, a Rebibbia, sono stato accolto con grande affetto e una straordinaria umanità, mi avete fatto sentire totalmente a mio agio e come in famiglia”. Poi, dopo aver rivolto un incoraggiante saluto ai giocatori, il fischio dell’arbitro e il calcio di inizio dato da Fiorello.

Per un’ora e mezza le squadre si sono contese i trofei (generosamente offerti, come ogni anno, dalla SS Lazio, nella persona Cristina Mezzaroma) del 1° e 2° posto! E su quel tappeto verde le detenute si sono guadagnate con il sudore e tenacia il podio. A premiarle, il dott. Michele Grillo, presidente dell’Associazione AS Tifosi della Roma. Secondi classificati, ma campioni in solidarietà, i sacerdoti della Nazionale di calcio (don Lorenzo Torresi, don Gianluca D’Amato, don Michele Bagatella e don Giampaolo Assiso), supportati, in una simpatica ma agguerrita difesa, dall’ex campionessa nazionale Gioia Masia. A premiarli, Gianmarco Oddo e Gian Maria Nicotera, rispettivamente presidente e direttore operativo dell’Associazione Manalive – no profit organization. Ma il premio più atteso è stato anche questa volta il “Miglior scarpino di Rebibbia” che quest’anno è stato consegnato a Eniola dal presidente dell’associazione “Sport&Smile”, Antonino Di Natale, e dalla testimonial della stessa associazione, Gioia Masia.

Tra gli spettatori straordinari di questo match calcistico anche Filippo La Mantia, maestro di cucina in tutte le sue declinazioni, da anni sensibile e presente attivamente a tutte le iniziative di PFIt, il cantante romano Massimo Mattia, anche presentatore della giornata, e alcuni rappresentanti della Polizia penitenziaria.

Insieme hanno scelto come luogo di incontro il campo sportivo di un carcere; qui, oltre le sbarre, si respirano storie di violenza e di dolore, ma sempre da qui, nel vedere le calciatrici di Rebibbia correre dietro a un pallone, esultare, gridare di gioia e abbracciarsi, si tocca con mano la voglia di “cambiare”, di ripartire e quanto bene può fare lo sport anche in un luogo come il carcere.

A conclusione del torneo, tutti gli ospiti, i giocatori, gli educatori e le detenute si sono ritrovati nella tensostruttura dell’area sportiva per condividere un buffet offerto dal Ristorante “Checco dello Scapicollo” di Roma.

foto da comunicato stampa

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A Rebibbia scendiamo in campo per la pace
A Rebibbia scendiamo in campo per la pace

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