Marche: sagre e tradizioni
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Manifesti di alcune sagre
I piatti indicati non sono che un possibile menù ottenuto girando per sagre, contemporanee, nell’arco di 20 km soltanto, nella provincia di Fermo. Le fritture chiamano in “piazzetta” a Grottazzolina i paesani e i turisti, i maccheroncini, pasta all’uovo tipica, internazionalmente apprezzata, sono il vanto della tradizione di Campofilone e la bistecca di castrato, agnellone “trattato” chirurgicamente per esaltarne il sapore della carne, a Monte Rinaldo.
In una singola serata, a non voler apprezzare le manifestazioni di contorno, è possibile organizzare una cena completa itinerante.
Quando le indicazioni dell’A14 segnalano l’uscita di Fermo – Porto San Giorgio, il casello autostradale è l’ultima barriera che nasconde i manifesti della marea di sagre che invitano ad assaggiare piatti tipici della tradizione da riscoprire o specialità particolari o inconsuete, incastonate in centri storici medievali ed in manifestazioni spettacolari.
La riviera da subito propone la Sagra delle vongole a Marina Palmense, mentre la Sagra delle cozze è a con la “Sagra degli Gnocchetti alla Marinara”, menù di pesce con gnocchetti alla marinara, pesce fritto, arrosticini di pesce, patatine fritte, cocomero e dolci. La Sagra de le Tajatelle fatte a Ma' (tagliatelle artigianali), a Porto Sant’Elpidio riporta verso un piatto della tradizione contadina, mentre la Sagra "de lu scottaditu", sardoncino (sardine) alla brace con bruschette, frittura di pesce e primi piatti, bevute a volontà e musica dal vivo sul lungomare riporta alla trazione marinara della città picena.
Risalendo verso l’interno, a Fermo, ai Magazzini Romani, per tutta l’estate un appuntamento con ‘La Vetrina di Tipicità: Assaggia il Fermano’, dove i vari paesi propongono le loro specialità culinarie. Proseguendo nel periodo estivo, una Sagra della bruschetta, piatto povero, veloce, ma declinato in miriadi di sapori diversi.
A Monte Giberto la Sagra delle Cacciannanze. Chi arriva da fuori, anche da paesi limitrofi o non troppo distanti, si chiede cosa siano queste “cacciannanze”. Quando le nostre nonne, o zie, o mamme, facevano il pane al forno del paese o della fattoria, per testare la temperatura ideale di cottura, e per far “calare la vampa”, mettevano all’interno del forno un po’ di pasta lievitata, “spianata”. Ne usciva una pizza particolare, gioia dei bambini che trovavano questa delizia appena svegli. Monte Giberto snocciola poi tutta una serie di occasioni (sangria, trebbiatura, granturco) per arrivare al culmine, nella ricorrenza della festa della Madonna, il 5 settembre.
Montottone propone la Sagra de li vincisgrassi, le tipiche lasagne marchigiane
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Fritte sono anche le tagliatelle A Monterubbiano, mentre vedono la fiamma diretta le grigliate della onomima sagra a Caldarette d’Ete ed il maialino con patate di Francavilla d’Ete. Decisamente fuori dal coro la Sagra della polenta con vongole di Moresco e la tradizionale Festa della pizza e birra di Belmonte Piceno.
Uno sguardo al passato arriva da Monsanpietro Morico, con la Sagra de lo magnà de ‘na 'ota, piatti poveri della tradizione contadina, riproposti ai contemporanei che, nella frenesia quotidiana, hanno perso questi antichi sapori.
Salendo anora verso l’Appenino, il fresco della montagna consente una pausa con la “Sagra degli strozzapreti alla norcina ”, a Montefortino, o ad Amandola la “Sagra della fregnaccia”, primo piatto tipico della civiltà contadina locale costituito da pasta sfoglia condita con ragù di carne o formaggio pecorino e pepe.
Questo soltanto ad agosto. E chissà quante altre sagre ci saremo persi per aver seguito un solo percorso. E poi le rievocazioni storiche, con la “Cavalcata dell’Assunta” a Fermo, o la “Giostra dell’anello” a Servigliano.
A luglio ci siamo già persi la Sagra della porchetta a Montottone, prosciutto e melone, pasta al forno, vitello tonnato, salcicce e patate a Forche di Tenna, la festa della birra a Magliano di Tenna, la Sagra degli gnocchi a Lapedona, la Sagra della trippa a Montegiberto, cui si aggiungono piatti come: arrosticini, salcicce, patate e le olive all’ascolana, la Sagra de lù pulentò, cui nel menù ci sono anche bistecche alla griglia, salcicce, capocollo e patate, nella frazione di San Gualtiero a Servigliano.
E pensare che volevamo soltanto passare le vacanze ad abbronzarci al sole della riviera. Speriamo solo che i sacrifici di un anno per rientrare nel costume non soccombano alle ricche proposte del menù.