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Legambiente, il Lazio tra le Regioni peggiori per incremento annuo di consumo del suolo

Nel 2022 Roma vanta il record nazionale negativo: impermeabilizzati altri 124 ettari nel solo 2022, pari alla superficie di 180 campi di calcio. Roberto Scacchi (Legambiente):a Roma un diluvio di asfalto e cemento. Al Campidoglio chiediamo risposte concrete di adattamento del suolo alle nuove condiz

printDi :: 25 ottobre 2023 17:42
Cartina consumo suolo Lazio

Cartina consumo suolo Lazio

(AGR) Questa mattina è stato pubblicato da ISPRA il nuovo rapporto sul Consumo di Suolo in Italia, Legambiente ne analizza i dati su scala regionale: nel Lazio è stata consumata complessivamente l’8,16% della superficie regionale, pari a 140.430 ettari e tra 2021 e 2022 c’è stato un ulteriore consumo di suolo di altri 485 ha; numeri che pongono la Regione tra le 7 che superano il dato medio nazionale di nuovo suolo consumato.

Tra le Provincie italiane la peggiore è proprio la Città metropolitana di Roma che si conferma la provincia dal maggior consumo di suolo con 70.300 ettari, anche grazie agli ulteriori 235 ha consumati nel 2022. Tra i Comuni, Roma si conferma quello con consumo di suolo più elevato anche nel 2022, raggiungendo tra 2021 e 2022, livelli di incremento mai registrati negli ultimi 16 anni, con 124 ha di consumo netto, una superficie pari a quella di 180 campi di calcio: il dato romano è quello di gran lunga peggiore rispetto a tutte le alte città, basti pensare che al secondo posto si attesta Casalpusterlengo (LO) con “soli” 63 ha consumati.

 
“A Roma è in corso un diluvio di asfalto e cemento - commenta Roberto Scacchi presidente di Legambiente Lazio - e anche nell’ultimo anno, la Capitale continua a essere la peggior città d’Italia per consumo di suolo, doppiando tutte le altre. La pesantissima dimensione con cui, edilizia residenziale, nuove strade e enormi hangar della logistica, stanno impermeabilizzando il territorio romano, non fa che acuire drasticamente i rischi idrogeologici e lo vediamo ad ogni evento meteorico estremo, come quelli delle ultime ore. Al Campidoglio chiediamo in tal senso risposte concrete di adattamento del suolo alle nuove condizioni climatiche: con una urbanistica che parli di rinaturalizzazione, ricucitura del tessuto cittadino attraverso rigenerazione dell’edificato, stop alle nuove costruzioni, varianti che cancellino dal piano regolatore volumi edificatori per la prima volta. Anche nel Lazio, complessivamente, il fenomeno è pesantissimo, tanto che per incremento di consumo di suolo, la nostra è tra le Regioni che fa peggio: ci rivolgiamo a Consiglio e Giunta regionale perché da lì, invece di proposte di legge pessime come quella per rendere abitabili gli scantinati, è necessario che si determinino ampliamenti e moltiplicazioni dei Parchi Regionali, normative per favorire gli abbattimenti degli abusi e politiche per garantire la rigenerazione e lo stop al consumo di suolo, in un grande impegno per la sicurezza delle persone, per la sostenibilità delle urbanistiche e per le generazioni future”.

Dopo la Capitale, gli incrementi maggiori nel Lazio ci sono stati a Viterbo con 40,49 ha e Montalto di Castro con 23,14. Il suolo “storico” complessivo consumato a Roma è pari a 30.394 ettari, ovviamente il maggiore d’Italia per la dimensione romana, e nel Lazio al secondo posto c’è Latina con 4.256 e al terzo Frosinone con 3.008. I 3 comuni del Lazio invece, dove è maggiore la percentuale di consumo di suolo rispetto alla superficie complessiva, e quindi dove c’è più asfalto e cemento e meno verde in assoluto, sono Ciampino con il 42,6%, Anzio con il 35,1% e Frosinone con il 29,7%.

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