Greenpeace/Clima:
tempesta
“I ministri dell’Ambiente hanno passato la patata bollente ai colleghi dell’Economia” sostiene Francesco Tedesco, responsabile Campagna Energia e Clima di Greenpeace. “Mentre i miliardi dei contribuenti europei sono spesi
per tenere in piedi banche traballanti e il settore delle auto, nemmeno un euro è investito per aiutare i Paesi in via di sviluppo ad affrontare un problema – i cambiamenti climatici - che l’Europa ha largamente contribuito
a causare”.
Il dato presentato oggi dal Consiglio ambiente, pari a 175 miliardi di euro all’anno da versare fino al 2020, è privo di significato in quanto non rappresenta un impegno da parte delle economie industrializzate, ma si
riferisce alle risorse raccolte da tutti i Paesi indistintamente.
Greenpeace, invece, chiede ai Ministri europei dell’Economia di prendere impegni concreti e quantificabili nel corso del prossimo vertice Ecofin del 9 e 10 marzo. Tutti i Paesi industrializzati e le economie di recente industrializzazione dovrebbero versare 110 miliardi di euro all’anno fino al 2020 per promuovere le fonti rinnovabili nei Paesi in via di sviluppo, per fermare la deforestazione al 2020 e per misure di adattamento agli impatti dei cambiamenti climatici. L’Europa dovrebbe contribuire con circa 35 miliardi di euro.
“Il tempo a disposizione sta velocemente svanendo, mentre il mondo corre verso effetti climatici catastrofici e irreversibili” continua Tedesco.
“Mancano meno di 300 giorni ai negoziati sul clima di Copenhagen, e l’Europa deve mettere sul tavolo dei negoziati un impegno concreto in euro, non altre inutili parole. Se il mondo fosse una banca, l’avrebbero già salvata”.
Per informazioni
Ufficio stampa Greenpeace, 06 68136061 int.211 – 239
Francesco Tedesco, responsabile campagna Energia e Clima, 3400856944
Maria Carla Giugliano, ufficio stampa, 3496066159>