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"La cura sono io" di Luca Berti, dove l'autore racconta...sè stesso nella sfida al Parkinson

Luca Berti, nelle pagine del libro, consapevole dei suoi limiti, migliora la sua forza di reagire guardando la paura dritta negli occhi, trova escamotages per non pesare sui famigliari e accetta il loro aiuto “una relazione d’amore che non vede la goffaggine paralizzante del Parkinson e vale oro"

printDi :: 26 settembre 2024 12:35
La cura sono io di Luca Berti

La cura sono io di Luca Berti

(AGR) di Anna Rizzello 

“La Cura sono io” di Luca Berti è un libro che parla di speranza, di resilienza e determinazione. Il protagonista, mentre osserva la vita, cerca aspetti di bellezza in ogni cosa. Racconta se stesso, davvero straordinario e coraggioso, nel prendersi cura di sé e nel superare tutte le difficoltà nonostante la propria disabilità dovuta al Parkinson. 
Luca Berti è un profondo conoscitore dell’amore e sente la grande forza del suo vivere anche con l’aiuto di sua moglie Silvia. Innamorato di lei, vive per lei e con lei, in un rapporto dal carattere univoco, vive quell’amore incondizionato e inglobante che non pretende nulla in cambio. Indica la via della bellezza per le piccole cose, per cercare i colori con cui pennellare i propri giorni, ognuno in modo diverso soprattutto se si è avvolti dalla solitudine.  

 
La delicatezza d’animo dell’autore nell’osservare microscopicamente tutto ciò che lo circonda meraviglia il lettore, che rincorre le righe e le pagine del libro con grande slancio senza stancarsi mai. L’amore di Luca per i figli è grande e loro ricambiano senza sforzo alcuno. Luca Berti, consapevole dei suoi limiti, riesce a migliorare la sua forza di reagire guardando la paura dritta negli occhi, trova degli escamotages per non pesare sui famigliari e accetta di buon grado il loro aiuto “quella relazione d’amore che non vede la goffaggine paralizzante del Parkinson” e vale, invece, “più oro di quanto le banche mondiali contengono nei loro forzieri impolverati”. 

Nel periodo dell’emergenza Covid, si apre una guerra assurda, malati e morti che non si contano più, solitudini e chiusure ovunque, paura dell’umanità intera “per un piccolissimo filamento di codice genetico annegato in una proteina”. Un piccolo virus che spaventa anche Luca nonostante con grande coraggio cerchi di trovare la coordinazione per muovere un piede dopo l’altro, avanzare tra i muri della sua casa, agire in modo elementare e istintivo e, sebbene tremante, poter prendere un semplice oggetto… facendoci notare quanto di buono esiste intorno. Luca si descrive senza formalismi…e il lettore si immedesima, trattiene lacrime, le ingoia, sciogliendo, così, quel grosso nodo che gli si forma per l’emozione.

La condizione di disabilità del protagonista, il suo sforzo naturale e costante di controllo nervoso del tono muscolare del proprio corpo per non cadere a terra, si contrappone alla velocità delle parole che rotolano dai suoi pensieri e galoppano senza limiti per entrare in relazione con gli altri in maniera efficace. 

Il libro “La Cura sono io” di Luca Berti è anche un valido aiuto per chi soffre ed è solo, per chi accetta di essere incoraggiato a non arrendersi nei momenti difficili della vita ma cerca la strada per la soluzione di   problemi personali.  

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