Giornata dell'Acqua, AIC: subito interventi urgenti per garantire la sicurezza alimentare
Il 56% dei prelievi nazionali va al settore agricolo, il maggiore utilizzatore di risorse idriche del paese, pari a circa 17 mld di metri cubi all’anno. Basterebbe trattenere il 5% della pioggia che cade in un anno in Italia per soddisfare il fabbisogno dell’agricoltura ma i bacini sono abbandonati.
Azienda agricola impianto di irrigazione in funzione foto pixabay
(AGR) «L’acqua dolce è una risorsa sempre più scarsa a causa di fattori che vanno dal cambiamento climatico allo spreco, alla mancanza di investimenti infrastrutturali. Mettendo a rischio le colture e gli allevamenti, la mancanza d’acqua minaccia la sicurezza alimentare stessa del nostro Paese, a meno che non si intraprendano interventi urgenti».
Così il Presidente dell’Associazione Italiana Coltivatori Giuseppino Santoianni in occasione della Giornata mondiale dell’acqua.
«Eppure basterebbe trattenere il 5% della pioggia che cade in un anno in Italia per soddisfare il fabbisogno dell’agricoltura nostrana», afferma Santoianni, «ma i bacini esistenti sono lasciati a sé stessi da decenni, e il sistema di approvvigionamento, come rileva l’Istat per il 2023, presenta perdite idriche in distribuzione dell’ordine del 42%».
Inoltre l’inverno passato è il più caldo mai registrato in Italia dal 1800, con un +2,19°C rispetto alla media del periodo 1991-2020 (dati CNR- ISAC).
«Di fronte alla tropicalizzazione del clima occorre organizzarsi con nuove infrastrutture atte a raccogliere l’acqua nei periodi più piovosi. Senza dimenticare che le piogge sono disomogenee sul territorio nazionale, con l’Italia Centrale (22,2%), il Meridionale (24,4%) e le isole (Sicilia il 6,4% e Sardegna il 6,2%) particolarmente penalizzate rispetto all’Italia Settentrionale (40,8% elaborazione dati Eurispes). Inoltre chiediamo incentivi per aiutare le aziende a dotarsi di strumenti innovativi che portino a risparmiare l’acqua durante il processo produttivo e come AIC siamo favorevoli a testare i Certificati Blu, riconoscendo lo sforzo del risparmio di acqua per le imprese virtuose in modo simile a quanto avviene con i Certificati Bianchi per l’efficientamento energetico, conclude il presidente dell’AIC».